martedì 15 aprile 2014

Appuntamento al buio: book edition.

Sarà stata la copertina suggestiva, il titolo intrigante, la promessa sussurrata dalle pagine di una magica avventura da trascorrere insieme. E invece no.
Ci siamo cascati tutti almeno una volta nella vita.
Almeno una volta nella vostra vita da lettore.

Parlo della fregatura, non di quella che capita quando comprate un libro visto al volo e poi scoprite che il retro dei cereali Nesquik era più interessante. 
Io dico quella di quando coccolate con lo sguardo un libro per settimane o, peggio, mesi.

Giretto in libreria. Lo vedi. Osi avvicinarti, lo apri, leggi la trama. Lo giri, vedi il prezzo. E costa. Se non costasse sarebbe tutto più semplice. Lo ami a prima vista.
Tempo due secondi ti dimentichi anche la trama, perché non è importante, anzi meglio, me lo godo di più. Lo vuoi, lo desideri, hai già immaginato la vostra storia d'amore, parlerai ai tuoi nipoti di quel libro che a enne anni ti ha rubato il cuore. 
Poi i tuoi amici, giustamente, cercano ti trascinarti fuori adducendo la solita "tanto non lo compri, sono 30 euro, andiamo, inizia il film". Prima lo metti giù, quando hai già un piede fuori dalla libreria inizia la cantilena "ma io lo volevo, mi piaceva, è bello, guarda che bello, non è bello?". Il più saggio di solito ti guarda e ti dice "ma se non l'hai letto come fai a saperlo? almeno aspetta l'economica!".

I successivi 10 giri in libreria ci finisci davanti, a casa continui a metterlo e toglierlo dal carrello di Amazon. Non è che quei 25 euro in meno mi cambiano la vita eh? Solo che nella tua mente un libro da 25 euro deve essere UN LIBRO. E poi tu di libri dai, mica ne compri uno ogni tanto. Con 25 euro di solito svaligi la libreria dell'usato.

Io 25 euro per un libro solo devo averli spesi tipo 3 volte: per l'ultimo Harry Potter (26); per un fumetto di Neil Gaiman (20); per i romanzi del George Fetente (e aggiungerei che soldi e soddisfazione non sono andati di pari passo, chiusa parentesi).


Dopo un corso di meditazione di 100 ore (che si tiene nello stesso posto dove si fanno corsi per non comprare vestiti su Asos), si procede all'acquisto e quando finalmente la reliquia è in mano tua la apri con la cautela di uno studioso che ha in mano un First Folio di 400 anni fa.

Saltiamo subito al succo della questione: cosa fai se a pagina 100 del suddetto hai capito che hai preso una cantonata gigante? Prosegui la lettura perché sei un tipo ottimista? Lanci il tuo personale First Folio contro il muro? Lo usi per bilanciare la scrivania che pende a destra?
Perché capita. Ah, se capita. Di solito succede che a pagina 25 ci si accorge che quello che stiamo leggendo non è il romanzo che avevamo in mente noi. 100 ore di meditazione hanno contribuito alla costruzione di una trama secondaria nella vostra mente. Molto più bella, molto più avventurosa, molto più romantica, molto più tragica, molto più figa insomma. Un capolavoro di colpi di scena, personaggi chiaro scuri, frasi da antologia.

Nella mia personale classifica i più colpevoli sono loro: 

- Norwegian Wood di Haruki Murakami. "Leggilo, è bellissimo, non puoi capire, ti cambia la vita".
A distanza di anni non ho ancora capito se la stronza insensibile sono io.
Credo di si comunque. Non ho incontrato nemmeno una persona che mi abbracci e mi dica "non sei sola. non vedevo l'ora che finisse questa agonia di suicidi e depressioni". 13 euro risparmiati. E soldi della psichiatra per riuscire a riprendermi dai deprimenti momenti di depressione profonda.

-Alexandros di Valerio Massimo Manfredi. 
Scritto bene? Si. Accurato storicamente? Diciamo ni. Ti è piaciuto? No. Mi ha provocato un'incazzatura che di rado è riuscita così bene ad un libro. Se il romanzo si fosse chiamato "Ernesto, un tizio macedone che voleva conquistare il mondo e trombarsi anche i caloriferi nel frattempo" l'avrei accettato. Tu però non sei Alessandro Magno (per inciso io ho comprato i tre libri di colpo. Piccolo genio).

-A Feast for Crows e A Dance with Dragons de Il Fetente. 
Lui poteva risparmiarsi duemila pagine. Io una quarantina abbondante di euro. 10.000 alberi sacrificati per raccontarci che: sbucano Targaryen come funghi dopo la pioggia, il Martell vendetta/morte/topa/ancora vendetta/spacco il culo ai Lannister è crepato un volume prima, gli unici Stark/Tully rimasti sono o pallosi o cretini che più cretini non si può, un personaggio -che non dirò- pare morto ma sappiamo tutti che non può essere morto perché se no la testa di Martin finisce su una picca. Niente guerra, niente regina dei draghi che ha brasato il culo a mezza Westeros.

-Wolf Hall di Hilary Mantel. Per adesso gli do il beneficio del dubbio perché non ho ancora girato l'ultima pagina. Però rientra nella categoria "io immaginavo un altro tipo di libro, cos'è questo?". Per amore di Enrico VIII porto pazienza. E mi impegno. Leggere un libro scritto al presente con costanti problemi a capire chi parla è una sfida che devo vincere. 22 euro e mesi, mesi, mesi di meditazione.

-Storia d'Inverno di Mark Helprin. Come sopra. "Non è il libro che mi ero scritta io". La prima parte è una delle storia d'amore più belle che ho mai letto. La seconda sembra scritta da un'altra persona. Una persona molto più pallosa di quella che ha scritto la prima. Nota positiva: è stato un regalo. Ma temo rappresaglie perché ho insistito parecchio per avere questo libro. Forse era meglio puntare di più sul cofanetto del cucito.

5 commenti:

  1. Quanto ti capisco! Io con Norwegian Wood ci ho provato due volte e per due volte la depressione era troppa per continuare. Mi sono fatta raccontare la fine da mia madre (ovviamente non immaginando il livello di imbarazzo che ne sarebbe sorto) e persino mio fratello, che adora Murakami, ha avuto qualche difficoltà a finirlo. Poi io e te abbiamo in comune anche l'astio nei confronti di Stoner, di cui abbiamo (s)parlato su Twitter :) Mal comune mezzo gaudio, dai :)

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    1. Fra!!! tu mi hai consolata due volte, la prima per Stoner, la seconda per Murakami! xD abbraccio di gruppo!

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  2. Wolf Hall (e il seguente Bring Up The Bodies) mi è piaciuto moltissimo e non vedo l'ora di leggere il capitolo finale della trilogia. Non so se in traduzione perda, nel testo originale è quasi sempre chiaro che quell' "he" sia Cromwell. Ho apprezzato la scelta, anche, mi sembra coerente alla difficoltà di raccontare un personaggio di cui si sa davvero poco e in cui è pertanto impossibile immedesimarsi (e immaginarne lo sguardo).
    Faranno la serie BBC con Mark Rylance nei panni di Cromwell l'anno prossimo, fai in tempo a recuperare anche Bring up the bodies. :)

    Norwegian Wood a me è piaciuto abbastanza, forse perché da giovincella ho letto un po' di roba della Yoshimoto che ha atmosfere e temi simili. Di Murakami mi ha lasciato perplessissima Kafka sulla spiaggia invece, osannatissimo da molti, ma a me proprio MEH.

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    1. Sai che invece a me hanno consigliato Kafka sulla Spiaggia perché potrebbe piacermi? xD però sinceramente ne ho poca voglia.

      Con la Mantel per me ho beccato un periodo poco felice io, poca voglia, poco tempo, poca concentrazione. Comunque il secondo lo voglio leggere e pure il terzo quando uscirà. E mi ispira anche quello sulla Rivoluzione Francese. Vincerò io!

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  3. Quanto mi hai fatto ridere! Quando però capita anche a me di prendere una cantonata libraria rido molto molto meno... Per adesso comunque ho limitato i danni a due soli casi entrambi dovuti al tentativo di leggere qualcosa sugli alieni e in cui invece mi sono ritrovata a leggere sciape storielle d'amore tra ragazzine e adoni luccicanti (La discesa dei Luminosi e Obsidian: rifuggili come la peste!).

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