martedì 7 giugno 2016

Cinema Mon Amour: Pan di Joe Wright


Timing is everything. 
L'importante è parlare di film appena usciti, non di pellicole che ormai stanno prendendo polvere sugli scaffali.

Pan di Joe Wright  (sottotitolo italiano non necessario: "Viaggio sull'isola che non c'è" perché vuoi mica che noi pensiamo sia un film sui fauni della mitologia romana) era un mio must watch
Ce l'avevo nella lista dei 5 film più attesi del 2015, ci credevo tantissimo, ero pronta a tornare bambina grazie alla polvere di fata, i pirati, le battaglie, la magica Londra ottocentesca. 

E invece le tante (troppe) recensioni negative mi hanno abbattuto così l'umore che manco andai al cinema a vederlo.
Ma Pan di Joe Wright è così brutto? 
Si e no. 

Ricapitolando: Joe Wright, quello che vi ha fatto quasi attaccare alla canna del gas con Espiazione per la tristezza e con Anna Karenina per la noia, si prende il compito di raccontarci il prequel di una delle storie più celebri di fine ottocento, quella di Peter Pan e delle sue avventure sull'Isola che non c'è. 
All'inizio Peter era solo un orfanello meno insopportabile del solito, vessato dalle suore, nel pieno della seconda guerra mondiale. 
Poi un bel giorno lui e i suoi compagnucci vengono rapiti dalla ciurma di un cattivissimo pirata che li costringe a lavorare in miniera alla ricerca della polvere di f
ata che, a quanto pare, ha il superpotere di farti ringiovanire.
Capitan Barbanera, il cattivone del film, vuole vivere in eterno ed entra in scena ballando e cantando sulle note di Smells like teen spirit dei Nirvana. 

Peccato che Joe Wright non è Buz Luhrmann. Non che solo Buz Luhrmann possa infilare musiche fuori epoca nei suoi film d'epoca, non ha lui il copyright, ma lui lo sa fare dannatamente bene. 
E' kitsch, è folle, è esagerato. Qua sembra che il regista voglia fare non solo qualcosa di diverso dal suo solito, ma anche creare un'atmosfera simil dark per noi grandicelli. 
Peccato che non ci creda fino in fondo, infatti gli intermezzi musicali rock sono soltanto due (l'altro è Blitzkrieg Bop dei Ramones).

Il film prosegue con la scoperta di Peter di saper volare (involontariamente causata da Barbanera che prima di buttarlo giù dall'asse gli sussurra "fai pensieri felici") e l'amicizia inaspettata tra il pupo e un ancora buono ma canaglia Uncino (che nelle nuove trasposizioni deve essere fico da contratto come ogni wannabe pirata che si rispetti). 

I due scappano, incontrano la tribù di Tiger Lily (e non mi interessa che a nessuno sia piaciuta ma io ho trovato Rooney Mara adorabile) e si scopre che Peter è tipo il figlio di una guerriera fichissima e di un principe delle fate.
Il tutto talmente telefonato che tu sei convinto che entro la fine ci sarà un colpaccione di scena immenso e che la storia per come la conosciamo noi in realtà è solo una panzana. 
Non c'è. Succede tutto da programma. 

Tanto che quando Uncino molla Tiger Lily e Peter e questi due deficienti si fanno catturare nel modo più stupido del mondo da Barbanera, lo sai che quella canaglia tornerà indietro a salvarli tutti e due perché al pupo si è affezionato e della ragazza si è innamorato. Driiin gigante. 

Il problema della pellicola non è tanto la sceneggiatura (telefono casa per le svolte e infantile nei dialoghi) o la regia che non si capisce bene da che parte voglia andare (toni epici, dramma drammissimo, effetti dark, commedia romantica). 


Noi tutti conosciamo la storia di Peter Pan, il coccodrillo, la fobia di Uncino per gli orologi, la loro rivalità, seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino. 

Se vuoi rileggere la storia e renderla interessante anche per chi la sa praticamente a memoria, bisogna che tu reinventi, senza snaturare ovvio ma creando un po' di sbalordimento, di effetto sorpresa. 
Se invece ti vuoi attenere al copione, alla trama originale, almeno stupiscici con la regia, gioca con le musiche, con gli effetti visivi, con i rimandi a quello che succederà (anche qui, capita, è vero, ma finisce tutto troppo presto). 

E' intrigante che la favola inizi con l'amicizia tra i due storici rivali e si concluda con Uncino che si chiede "cosa mai potrebbe andare storto". Peccato che non lo sapremo mai visto l'andazzo del film al botteghino. 
Un'occasione sprecata nella mani di Joe Wright. Diciamocelo, forse forse, fosse stato qualche altro regista al timone, la pellicola ci avrebbe solo guadagnato. Ma io sto sognando. Ed è lì che aspetterò il prossimo viaggio per l'Isola che non c'è. Nel luogo magico tra sogno e veglia. 

4 commenti:

  1. Sei un'altra vittima dei film sulle favole, allora? :)

    Ammetto che, dopo aver visto il trailer, avevo già bollato "Pan" come grandissima cavolata. Adesso mi chiedo se dalla sua performance di "I Miserabili" Hugh Jackman debba fare sempre numeri musicali, inframmezzandoli, è chiaro, con le comparsate in formato Wolverine...

    Prima o poi lo vedo Pan , eh? E ti faccio sapere qualcosa di più preciso.

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  2. No ma ti è piaciuto il film, si vede! xD
    Avevo avuto la sensazione che potesse essere una mezza delusione, infatti ho preferito ignorarlo e tenermi il caro ricordo del Peter Pan della Disney.
    Sui pirati fighi tu comunque non dovresti lamentarti... :P ♥

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  3. Ma lo sai che io pure, all'inizio, volevo vederlo ma poi mi sono completamente dimenticata!? XD Forse era destino, mi sa che ho fatto bene!

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  4. Ciao! Complimenti per il tuo blog, è molto carino, davvero!
    Personalmente io ho amato Joe Wright sia per quanto riguarda Orgoglio e Pregiudizio che Anna Karenina, della quale ho trovato originale anche l'impostazione e la scenografia.
    Non conosco "Pan", ma non ne sembri entusiasta... :-)

    Concludo invitandoti a dare un'occhiata al mio blog lanostrapassionenonmuore.blogspot.it , a tema libri e cultura, se ti va! A presto :-)

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