martedì 23 agosto 2016

Cinema Mon Amour: Suicide Squad di David Ayer

Indubbiamente è uno dei film che attendevo di più quest'anno. 
Purtroppo quando una pellicola la si attende spasmodicamente per mesi e mesi, si crea una certa aspettativa, anche senza farlo apposta. Come si è capito, non è che ultimamente (e per ultimamente intendo più anni che altro) il cinema mi abbia dato delle grandi soddisfazioni, spesso è capitato che a sorprendermi fossero pellicole viste per caso e controvoglia (The Martian di Ridley Scott) o per far ballare la salsa agli ormoni (The Legend of Tarzan di David Yates).


Suicide Squad è un film sui cattivi della DC e i cattivi della DC sono cazzuti -e lo so io che non sono una grande esperta di fumetti-.
Il regista David Ayer (che ha scritto filmetti mica pizza e fichi come Training Day, Fury, più gli action S.W.A.T. e Fast&Furious) deve aver fatto sua la massima di Woody Allen che dice che i buoni dormono meglio la notte ma i cattivi si divertono di più di giorno.

Infatti questi cattivi si divertono e un sacco. Ridono, scherzano, si prendono il cicchetto al bar dopo aver spaccato un po' di teste mostruose. Ci mancava il partitone di briscola, di cui ho sentito sinceramente la mancanza (d'altronde sono fiera giocatrice sin dalla tenera infanzia).
Insomma se la godono nel bel mezzo della distruzione del mondo. Non ci sarebbe niente di male in tutto ciò se non fosse che il film non è vietato ai minori. Perciò niente cattiverie, niente battutacce volgari, niente ammiccamenti. La peggior scelta possibile visto che si parla di cattivi. 

Che Ayer avesse in mente un altro tipo di film e che la Warner ci abbia messo becco si era capito sin da subito, perché la Warner vuole fare la Marvel, ma la DC non è la Marvel e non lo sarà mai. 
Sul divario Marvel/DC lascio parlare questa eloquentissima vignetta di Leo Ortolani.

Per dire.

Di conseguenza si capisce che quando cerchi di fare qualcosa che ricordi la festa di Capodanno in onda su Canale 5 con il trenino ma sotto sotto sei più dalle parti di Silas de Il Codice da Vinci che per Capodanno doppia fustigazione con pure due petardi che male non fanno, il film ti risulta un po' un pastrocchio.

Soprattutto se rimaneggi all'ultimo aggiungendo scene che probabilmente avevi tagliato in sala montaggio e le aggiungi così, in mezzo alla pellicola, per dirla con un termine tecnico, "a cazzo di cane". 
Per esempio qualcuno deve spiegarmi a cosa servono le due scene iniziali in cui vengono presentati Deadshoot e Harley Quinn. Prima dei titoli di testa. In un film che si presuppone corale. E dieci minuti scarsi dopo me li presenti da capo. Di nuovo.

La verità più vera è che il potenziale c'era ed è questo potenziale che mi fa infuriare. 
Intanto chi fa la figura migliore qua dentro sono le donne: Harley, Katana, Incantatrice e ovviamente la badass Amanda Waller. Una è svitata come i chiodi dei mobili Ikea, l'altra è capace di incenerirti con lo sguardo, la terza è una strega millenaria che fa i giochetti di manipolazione mentale e poi abbiamo la signora capa di fronte alla quale pure il generalissimo Rick Flagg, con il suo metro e novanta di figaggine svedese, abbassa la cresta.

La colonna sonora, con quel mix di canzoni scritte per il film e canzoni di una volta che ti fanno fare gli occhi a cuore, è protagonista tanto quanto i protagonisti stessi: Rolling Stones, AC/CD, The Animals, Kanye West, CCR,...


Il montaggio per la presentazione dei cattivi è perfetto, folle, delirante, colorato. Proprio come questi antieroi in missione speciale.

Chiaro che in un film con così tanti personaggi e altrettanti background (non tutti approfonditi e con il caso Slipknot ancora aperto),  il vero elemento con potenziale distraente è stato ridotto a poco più che un cameo. Il re del crimine di Gotham City, il nemico numero, il Joker. 

Ognuno qua ha le sue idee, io non mi permetto di giudicare quale Joker sia il preferito di chi perché trovo che sia non solo oggettiva come scelta ma legata anche alla tipologia di universo che si va a creare.
Sinceramente penso che ogni Joker mai esistito sia perfetto per il film a cui è stato destinato: quello esaltato e da film gangster anni '30 di Jack Nicholson, quello anarchico e amante del caos di Heath Ledger, quello adorabilmente kitsch di Cesar Romero.

Il Joker di Jared Leto, per quel poco che si vede, è vanesio, violento, stiloso nel vestire, tendente agli scatti improvvisi di follia. 
Soprattutto se gli tocchi la roba sua. In questo caso la donna di cui è innamorato: la sola e unica, meravigliosamente pazza Harley Quinn.
Nonostante la loro storia d'amore sia stata decisamente rimaneggiata rispetto ai fumetti, funziona e appassiona. Certo qualche schiaffo, qualche litigata di quelle che si concludo con lei che gli piazza la mazza da baseball sullo stomaco, non mi sarebbe dispiaciuta. Giusto per ricordarci che comunque ci troviamo di fronte a due svitati della peggior specie.
Ci sono almeno un paio di flashback che avrei voluto durassero da zero a infinito, pure quella citazione dalla cover di Alex Ross, siete degli infami dai.

Non credevo l'avrei mai detto ma contro ogni aspettativa ho trovato più denso e interessante Batman V. Superman. Sicuramente pure lui aveva i suoi difetti giganti, tipo il montaggio -termine tecnico "a cazzo di cane"-, il simil trailer dei futuri film DC, i due nemici che si ritrovano a piagnucolare due secondi dopo essersi quasi ammazzati perché "Martha", la trama che salta da una parte all'altra che se non sai tu un minimo la storia ti eri perso dopo 30 minuti.
Eppure c'erano quei discorsi pesantoni che in DC piacciono tanto: il superuomo alieno che ama il genere umano e che diventa quasi un dio e il giustiziere notturno che non lascia il passo alla giustizia vera e che sfoga la sua rabbia sui cattivi. Diversi come il giorno e la notte ma sotto sotto mossi dagli stessi ideali.

Per motivi legati alla collana Vertigo, io sono sempre stata più fan della DC che della Marvel, dove trovo che ultimamente si stia tutto trasformando in una gigantesca baracconata (con un paio di eccezioni). In DC c'è il dramma da strapparsi le budella per la disperazione.
Sarebbe bello trovare qualcuno che non tiri fuori un semplice film da fumetto ma che ne facesse qualcosa di suo. Qualcuno tipo "inserire nome a caso di un regista inglese a cui piacciono un sacco i pipistrelli".

Nel mondo cinematografico che vorrei, ai registi capaci verrebbe lasciata un minimo di libertà creativa. 
I produttori, quelli che cacciano i soldi e basta non i produttori che hanno le idee, quelli li abbiamo salutati da un pezzo, rimanessero in ufficio a fare i conti.
E i cattivi?
Quelli devono fare i cattivi. Sono fatti così.
It's good to be bad. 

lunedì 15 agosto 2016

Of Books, Filmzzz, Tivvì -July 2016-

Perché in questi mesi trovo solo libri mediocri con personaggi mediocri? O libri belli ma con personaggi interessanti ma non memorabili? Forse sono stata fortunata i mesi scorsi? Forse dovrei impegnarmi di più con le letture? Forse sono solo sfigata, ehi, può capitare.
Resta il fatto che ho scovato bei film, bei telefilm ma ahimè pochi libri che mi hanno "fatto aggrovigliare le budella". Tutto ciò mi rende infinitamente triste.

LIBRI

Libro preferito del mese: Avventure della ragazza cattiva di Mario Vargas Llosa. E' il primissimo romanzo che leggo di questo autore che mi fu nominato quel mezzo trilione di volte quando studiavo spagnolo all'università. E' uno di quei romanzi che mi ha fatto fare le due del mattino. Racconta di un amore impossibile ma non è quasi mai tragico, è buffo più che altro, quasi picaresco, ci sono situazioni a metà tra Candido con una spruzzata di sesso alla Justine di DeSade (mai così esplicito però).
C'è parte della storia europea e cilena degli "ultimi" anni, c'è la rivoluzione cubana, il socialismo, la scoperta dell'amore e del sesso, l'Aids, il Giappone, la Francia, l'Inghilterra. C'è una femme fatale e il suo povero innamorato. C'è commedia per tre atti e tragedia per due.

Personaggio maschile e femminile preferito: Qualche romanzo carino, uno veramente bello e preferito, un altro abbastanza orrido. Personaggi davvero memorabili: nessuno.
Se non inizio a far roteare i neuroni per dare un volto cinematografico ai personaggi è perché non mi dicono nulla o mi dicono molto poco.

Citazione preferita: "Un errore non dice di te quello che sei, Julian." Il libro di Julian di R.J. Palacio

FILM

Film preferito del mese: The Legend of Tarzan di David Yates 

Film visto e stravisto: Tootsie di Sidney Pollack. Un film, una commedia che di così perfette ne esistono veramente poche. Non solo è divertente ma ha anche una sceneggiatura che è un gioiello (semmai foste malati di cranio come me c'è una bellissima analisi sul libro Come scrivere una grande sceneggiatura di Linda Seger) con continui rimandi tra una sottotrama e l'altra. Per la meravigliosa Jessica Lange vedi sotto.

Attore preferito: Harrison Ford in Witness. Seriamente, Harrison Ford ha la faccia da canaglia e con questa faccia ci è campato per decenni. Definirlo un bravo attore è abbastanza esagerato, siamo tutti d'accordo. In Witness, thriller d'altri tempi (leggi: con una trama solida e originale), è bravo davvero, ma bravo che ti meravigli. La verità è che l'attore con del potenziale, in mano ad un bravo regista e una buona sceneggiatura, poi ce la fa a brillare di luce propria. L'attore cane anche diretto da Martin Scorsese, sarà sempre un attore cane.

Attrice preferita: Jessica Lange in Tootsie.  Chicca uno: per Tootsie vinse l'Oscar come Miglior Attrice non Protagonista. Chicca due: se mi chiamo Jessica è merito suo. Non c'è figlia di Shylock che tenga, il mio babbo un po' si era innamorato del suo sorriso, un po' dei suoi occhioni ed eccomi qua.
In Tootsie è l'attrice di soap televisive con problemi di dipendenza affettiva che grazie ad un uomo - che però lei crede donna - ritrova fiducia in sé stessa e la voglia di indipendenza emotiva.


SERIE TIVVI'

Serie preferita: Sons of Anarchy. Breaking Bad la terminai con gran dispiacere nel giro di un mesetto e mezzo, tirando molto la corda sulle ultime puntate. Sons of Anarchy sono anni che la vedo e anni che me la tiro dietro, cercando di allontanare il più possibile il giorno della puntata finale. Per ora sono alla fine della quinta serie, un preludio deciso e fortissimo a ciò che avverrà nelle ultime due, temo.
Per chi proprio non ne fosse a conoscenza, la vita e la morte di una banda di motociclisti nella ridente (e inventata) Charming sono solo scuse che Kurt Sutter piega ai suoi desideri: raccontarci la sua personale versione dell'Amleto di William Shakespeare. Non mancano perciò omicidi, tradimenti, amicizia, amore, follia. Il tutto condito da Harley Davidson e musica rock. Puro genio.

Attore preferito: Raùl Esparza in Law and Order Special Victim Unit. 
Law and Order è sempre stato un mio guilty pleasure ma mi sono sentita profondamente tradita dall'abbandono di Christopher Meloni/Elliot Stabbler. Sono eventi che segnano. Per caso ho captato una puntata ad orario di pranzo e mi sono imbambolata durante tutta la sequenza nell'aula di tribunale, chiedendomi cosa ci facesse Chilton (il dottor Frederick "maiunagioia" Chilton per l'esattezza) in completo super chic a fare l'arringa per l'accusa.
Poi è stato colpo di fulmine perché non ti puoi non innamorare del personaggio di Rafael Barba che verrebbe da coniare il detto "ne ferisce più la lingua che la spada" solo per lui. A oggi sto affannosamente recuperando tutte le stagioni in cui compare. Solo Olivia Benson può salvarmi. Comunque l'applauso ogni volta che lui massacra i testimoni è d'obbligo.

Attrice preferita: Anna Friel in Marcella. La serie mi è piaciuta ma con parecchi momenti di noia cosmica. Lei non la vedevo dai tempi di Timeline (Pushing Daisies non l'ho mai vista) ma è sempre bella e brava e molto inglese. Ha pure avuto una piccola bebè con Lupin (David Thewlis) ma ora sta con il coinquilino folle di Hugh Grant in Notting Hill (Rhys Ifans).


Momento Fuck Yeah:"To me it's just you...'till the end of the world".
Che per i fan del fumetto Preacher è tipo la frase chiave. Un po' come Ti amo-Lo so di Leila e Han Solo. Fai innamorare di nuovo Tulip di te, Jesse. Fino alla fine del mondo.

Momento Don't Cry:  Nonostante la serie Stranger Things non mi sia piaciuta particolarmente (o meglio, non condivido l'entusiasmo generale), c'è una scena che mi ha colpito molto, sarà perché mi ha ricordato altri film in cui si celebra l'amicizia tra ragazzini. E' l'abbraccio tra Eleven, Mike e Dustin il magnifico. Un po' It, un po' Stand by me, un po' ET. Un po' la mia infanzia.