"O, beware, my lord,
of jealousy; It is the green-ey'd monster..."
Non sono
mai stata tanto felice di alzarmi presto la mattina come quando frequentai il
corso di Letteratura Inglese 2 all'università. Ovviamente il tema era l'età
elisabettiana, in particolare William Shakespeare e l'Othello.
Sganciamo la bomba: dell'Othello
non ero mica tanto convinta, vuoi
mettere quei due pulzelli di Romeo e Giulietta che hanno 20 anni in due e si
professano amore eterno? Amleto che va' in giro a parlare con i teschi? Enrico
V che si attacca ad un pezzo di carta che è vecchio come l'universo mondo per
invadere la Francia? O addirittura Tito Andronico che deliziava la nemica Tamora con un soufflè di
figli cotti?
Scherzi a parte, Othello mi ha sorpresa, sconvolta, emozionata .
Firstly, chi è Othello? Seguitemi, prego, all'interno del Blackfriars, che ve lo faccio vedere. Othello è un generale moro, un uomo che ha combattuto battaglie, che ha sfidato la morte, che si porta cicatrici ovunque, uno che non perde mai la calma, fermo, preciso, uno che parla poco ma quando parla, esticazzi.
Ma per ogni eroe c'è anche un cattivo: Iago, il villain.
Entra in scena subito, rumorosamente, bestemmiando come un turco, e te lo dice, a te che stai in mezzo al pubblico, lì in piedi davanti a lui, che il suo scopo è di fare fesso questo Moro. Ce l'ha con lui, gli sta sulle palle per svariati motivi e vuole vendicarsi e farlo bene.
Quello che di Othello mi è rimasto, più che la
tragedia in sé, che i personaggi, che le singole scene, è la semplicità
dell'inganno. Iago non mostra una prova
del tradimento fino a quasi la fine del dramma. Iago riesce a imbrigliare
Othello nella sua rete, la rete della gelosia, solo con delle parole. Lui che
entra in scena bestemmiando, minacciando, mostrandosi al pubblico con lunghi
dialoghi e pure un paio di monologhi, diventa silenzioso, tace, si lascia
scappare qualche parola qua e là. Othello all'inizio penserà anche "questo
è scemo, ma che vuole da me?". Non lo dice, certo, si limita a schernirlo,
a professargli il suo amore per Desdemona, a tesserne le lodi.
Scherzi a parte, Othello mi ha sorpresa, sconvolta, emozionata .
Firstly, chi è Othello? Seguitemi, prego, all'interno del Blackfriars, che ve lo faccio vedere. Othello è un generale moro, un uomo che ha combattuto battaglie, che ha sfidato la morte, che si porta cicatrici ovunque, uno che non perde mai la calma, fermo, preciso, uno che parla poco ma quando parla, esticazzi.
Ma per ogni eroe c'è anche un cattivo: Iago, il villain.
Entra in scena subito, rumorosamente, bestemmiando come un turco, e te lo dice, a te che stai in mezzo al pubblico, lì in piedi davanti a lui, che il suo scopo è di fare fesso questo Moro. Ce l'ha con lui, gli sta sulle palle per svariati motivi e vuole vendicarsi e farlo bene.
Tu, attento spettatore, ti domandi come uno
come Iago, che -apparentemente- non ha neanche la metà delle palle di Othello,
riuscirà ad infinocchiarlo. Lui, il grande eroe, che di lì a poco si reca
a Cipro e debella la flotta dei Turchi, quello che che ha sfidato il doge
per sposare la bella Desdemona, innamorata pazza di lui.
Quando Iago inizia ad instillare il veleno delle
gelosia, una goccia per volta, nell'orecchio di Othello ti rendi conto di
quanto grande sia questa tragedia. Io personalmente ero ad un passo dal
saltellare sul posto.
Shakespeare gioca con le parole, quelle che Iago non
dice. Gioca con il suo silenzio, con i suoi "Io?" "Perché?"
"Mannò!" "Però...forse...". Othello all'inizio si incazza,
gli dice "parla, porco *bram*, che hai?" (si perché pure Othello ad
un certo punto inizia a bestemmiare, rimarcando la sua totale perdita di
controllo).
Tra un "se" e
un "ma", ecco che salta fuori il nome di Cassio.
Cassio è bello (è Tom Hiddleston, scusate), Cassio
è onorevole, Cassio è lo charme fatto persona. Cassio professa che l'onore
è tutto "my reputation, my reputation" urla, quando è beccato
in flagrante ubriachezza da Othello. Iago, che chiaramente l'ubriachezza l'ha
più che spinta, tergiversa "che vuoi che sia la reputazione, l'onore,
si ottiene senza merito, si perde senza meritarlo". Iago gli dice
"corri da Desdemona, siete amici, usa la tua galanteria, convincila a
perorare la tua causa presso il marito".
Cassio, beato imbecille pure lui, si fida. E corre
da Desdemona. E Iago gongola.
Ecco il suo piano. Othello crederà che Desdemona
lo tradisce con il bel Cassio.
La cara, dolce Desdemona decide di aiutare Cassio,
cercando di convincere Othello a concedergli udienza. "Che sia presto,
oggi, al limite domani a pranzo, massimo a cena. Cassio è bravo, ha
fatto un errore, rimedierà". E lei, insiste e insiste e insiste.
Othello prima dice "si, colombella mia, certo, come no, Cassio!". E
lei, insiste e insiste e insiste. Othello prima dice "si, colombella
mia, certo, come no, Cassio!".
Si ritrovano qualche scena dopo e Othello non è più
tanto dell'umore. Gli viene l'orticaria solo a sentire la "C" di
Cassio. Tu vorresti, e magari lo fai, urlarle "taci, Desdi, porca
miseria. Non lo vedi che questo è già incazzato, che ti prenderebbe a schiaffi,
che ha già una mezza idea che tu gli metta un par di corna?" Mannò
lei, povera stella, "Cassio di qua, Cassio di là".
E poi il fazzoletto. Ecco la
prova. "Quel fazzoletto che io ti
donai, tu l'hai dato a Cassio" solenne dice Othello, prima di quel
fatale epilogo. Si, perché, ok essere bravi con
la retorica, ma uno come Othello avrà bisogna di uno straccio di prova, no?
Eccola. Un gioco di abilità, il fazzoletto rubato, il primo dono
d'amore di Othello alla sua amata, inconfondibile, che finisce nelle mani di
Cassio e della sua amante Bianca. Othello, trema, sviene, inizia ad avere delle
convulsioni. Iago gli poggia il piede sopra. Ha vinto. E' fatta. Othello è suo.
Una sinfonia perfettamente orchestrata. Il veleno infine ha fatto il suo
effetto. Othello si rianima, ha perso tutto, l'amore, la fiducia, la sua
anima. Tutto è andato. La fine la conosciamo tutti.

Ma è un mondo fatto al
rovescio quello dell'Othello. Iago non è l'inetto che
ci sembrava ("I am not what I am" diceva, appunto, nel
primo atto) e Othello non è poi così sicuro di se stesso e, soprattutto,
della sua donna. Vacilla il suo cuore, bastano delle parole. Cede la sua
fiducia in Desdemona per dei silenzi, dei sospiri, dei "forse".
Niente è come sembra, è
un gioco di ombre. Poi il fazzoletto e Othello vede il suo tradimento, odora la
colpevolezza di quella sgualdrina, la percuote quando sente che lei
pronuncia quel nome, Cassio. Quello stesso nome che, nello scontro tra i
due, prima del terribile epilogo, Desdemona non riesce manco a dire, finalmente
consapevole della causa dei mutamenti di umore del marito. Le muore sulle
labbra. "Send for the man, ask him."
Othello non racconta di re,
di principi, di battaglie per il trono, di amori contrastati, di pazzie, di
avidità.
E' la storia di un uomo e
di una donna e del mostro dagli occhi verdi che si insinua tra di loro.
Non posso che essere d'accordo con te. Io lessi Othello per due esami all'Università e quello che mi aveva colpito maggiormente era proprio la figura di Iago. Fin dove può arrivare l'invidia di una persona? Solo usando sapientemente la parola riesce a rigirarsi come vuole il "grande" Othello.
RispondiEliminaAddirittura due esami? :D Iago è un personaggio straordinario, fossi un attore spererei di interpretarlo!
Eliminacarissima finalmetne riesco a leggere il tuo post. Mi uccidi se ti dico che come Iago cinematografico preferisco quel gran gnoccone di Josh Hartnett???
RispondiEliminaXDD ucciderti no, ma non ci può credere!! Quel film mi manca oltretutto mi sono rifiutata di vederlo xD
EliminaA mio modesto parere Othello è stata la tragedia shakespeariana più brutalizzata in assoluto. Sono riusciti persino a farne un'orribile versione italiana con Vaporidis/Iago e Chiatti/Desdemona sulla falsariga (falsissssssimariga) del bazluhrmanniano Romeo+Juliet. Vomitevole.... Comunque: Macbeth in my heart forever and ever! ;)
RispondiEliminaBellissime parole! Io mi sono sempre rivista in Otello, ho capito momento per momento cosa gli passasse per la testa: ahimé il mostro dagli occhi verdi mi tormenta da anni. Il fatto che Desdemona alla fine non sia neanche riuscita a pronunciare il nome di Cassio, mi era sfuggito! Ora ho voglia di rileggerlo! :)
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