venerdì 23 maggio 2014

Di pontoni, gangster canterini e vicissitudini pirandelliane

Pontone in inglese è poontons. Se non sapete che cos'è manco in italiano non è un problema. Io sono bloccata da giorni sulla traduzione di un company profile. Ora che ho finito non sto preparando fattura da pagarsi in 30 giorni a partire da 30 giorni fa. It's all in the family e il massimo che posso guadagnarci è un dvd scivolato per caso tra le braccia di babbo quando lo porterò a Mediaworld il weekend prossimo. 

Tanto per non smentirmi non è che mi sono messa a fare la traduzione e basta. Troppo facile. Per riempire il tempo tra una diga e un bacino ho iniziato a vedere la terza serie di Boardwalk Empire. Sono orgogliosa di dire che la seguii dall'inizio, in originale. Poi la mollai a metà della seconda. Vuoi la noia, vuoi che Jimmy e i suoi modi da galletto del pollaio mi hanno stancato. Se non ce l'aveva con Nucky ce l'aveva con il Commodoro, se non litigava con Rothstein era Luciano, se non era la moglie era il figlio. Mi aspettavo che sbucassero Max e Noodles e decidesse di attaccare briga anche con loro. Va' da se con ci sono rimasta proprio malissimo per quella cosa là. 

La terza per ora è partita bene, mi auguro non si afflosci da un momento all'altro. Adoro i gangster, quasi tutti: Al Capone e il suo pupo, la coppia di fatto Meyer/Charlie, quella testa di minchia di Rothstein. Adoro i loro vestiti, i capelli impomatati, le camice con il colletto e i polsini bianchi. 
Mi danno sulle palle quasi tutti i personaggi femminili, Margaret su tutte.
Mi rimane Richard che amerò finché non me lo ammazzeranno. Me lo sento che me lo ammazzeranno. Richard quanto sei meraviglioso. 

Oltre a farmi da passatempo mi ha sciolto il famigerato "dove ti ho già visto?" che ogni tanto mi affligge. Sabato ho visto al cinema il trailer di Jersey Boys. Superato il trauma di scoprire che Clint Eastwood si è messo a dirigere l'adattamento cinematografico di un pluripremiato musical teatrale, ho avuto un momento di smarrimento su chi fosse l'attore che interpreta Tommy DeVito (il fondatore della band Four Seasons. Li conoscete. Walk like a man, Scherry, Big Girls Don't Cry,...).
Siccome la faccia mi ispirava affari loschi, tipo contrabbando alcolici e/o spaccio, ho sondato il cervello nel cassetto gangster movie. 
Effettivamente lui è Vincent Piazza ovvero Charles "Lucky" Luciano. 
E canta. E almeno nel trailer si incazza e mena. Mi sarebbe spiaciuto vederlo tranquillo nell'angolino a suonarsi la chitarra senza che prendesse a male parole nessuno. Comunque vedremo, il trailer mi ispira. Le musiche poi meritano e mettono subito allegria.



Allegria che oggi avrei schiaffato in faccia ad uno dei ragazzini del lavoro. 
Vicissitudine (=Esperienze di vita, per lo più difficili e dolorose). 
Si parlava de Il Fu Mattia Pascal e Pirandello. 
Prima mi ha riso in faccia, poi ha deciso che ero io la "secchiona" da sbeffeggiare. A 28 anni non me ne può fregare di meno che un bambinetto mi prenda in giro perché conosco due sinonimi di disavventure, tragedie. 
Mi rendo però conto di come si possa sentire invece chi alle medie legge e tanto: perculata perché sai scrivere, sai parlare e articoli una frase senza infilarci la parola "cosa". 

Questo è il valore che si da alla cultura al giorno d'oggi. 
Il mio consiglio: sbattetevene. 
Meglio un libro in più oggi che un ragazzino coglione domani. 

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